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21/10/2016

Come raggiungere l'Europa

Efficienza energetica.

Un tema rispetto cui l’Europa costituisce un modello di riferimento. Ma quali sono le nazioni “capoclasse” da cui poter trarre il miglior esempio? Quale la posizione dell’Italia nel quadro energetico europeo, anche alla luce delle nuove normative?

Lo abbiamo domandato al Dott. Claudio Vicini, Direttore Commerciale Baltur.

Quali sono, a Suo avviso, le nazioni europee che possono essere ritenute virtuose in tema di efficienza energetica e quali gli elementi che le rendono tali?

Le nazioni con maggiore propensione al tema storicamente sono quelle nordiche, non solo la Germania ma anche Svezia, Olanda, Norvegia, che negli anni hanno sviluppato un’attitudine complessiva al risparmio energetico che oggi è entrata nel DNA dei consumatori stessi. Quest’attitudine passa dalla creazione di prodotti efficienti ad un uso degli stessi fatti in modo coerente e corretto. 

A differenza delle nazioni sopracitate, l’Italia mostra maggiori difficoltà a far decollare le politiche di efficienza energetica. Secondo Lei, quali sono le principali pecche di cui soffre il nostro paese?

Bisogna tenere conto del contesto difficile in cui ci muoviamo, dove l’economia e la macchina Stato devono giocare un ruolo importante. In questo senso, un’amministrazione pubblica che si rendesse più virtuosa con pagamenti in linea e puntuali sarebbe il più importante e fondamentale segnale di cambiamento.  C’è inoltre da dire che non si può chiedere né ai produttori, né alla distribuzione, né agli installatori e tantomeno ai consumatori di essere ottimisti visto gli andamenti degli ultimi anni.

Quali barriere ostacolano la diffusione dell’efficienza energetica nel nostro paese?

Il clima di poca fiducia generale che accompagna la nostra quotidianità è la maggiore barriera e il maggiore freno allo sviluppo. A questo si deve aggiungere una non ottimale cultura del risparmio energetico della filiera, filiera composta non solo da produttori ma anche da rivenditori, installatori, progettisti e utenti.

Poca fiducia che spesso genera scetticismo. Perché, dunque, è davvero così importante riqualificare il patrimonio immobiliare?

Il 50% dell’energia consumata e richiesta è usata per riscaldamento e condizionamento e almeno l’80% di quest’ultimi è ad uso degli edifici: si capisce che l’impatto della riqualificazione del patrimonio immobiliare è estremamente importante.

Anche qui, però, le cose devono essere viste in una misura di insieme, in modo olistico, non solo legate al risparmio energetico. Gli ultimi tragici eventi legati al terremoto nel centro Italia ci fanno capire che la riqualificazione del patrimonio immobiliare non solo renderebbe il nostro paese virtuoso dal punto di vista energetico, ma lo metterebbe anche al riparo da eventi molto più gravi e “drammaticamente costosi” in termini assoluti.

Baltur da sempre ripone grande attenzione al risparmio energetico. Quali soluzioni possono fare al “caso nostro”?

Baltur è un’azienda “italiana” con forte connotazione internazionale, strutturata con due divisioni: comfort e combustione. Filo conduttore di entrambe, e dello sviluppo dei prodotti per il futuro, è l’attenzione ai temi ambientali ed energetici.

A tal proposito, negli ultimi anni abbiamo posto sempre maggiore attenzione allo sviluppo di prodotti ad alto contenuto tecnologico, in grado di soddisfare sia le normative legate all’efficienza energetica sia quelle altrettanto importanti legate alle basse emissioni. 

Nel nostro catalogo abbiamo prodotti in classe energetica A+ e A++ come caldaie murali e pompe di calore ad alta efficienza, nella divisione combustione abbiamo una vasta gamma di bruciatori di gas, gasolio e olio combustibile con basse emissioni di NOx per potenze che vanno oltre 20MW.

Che futuro prevede per il settore?

Credo, nonostante tutto, che ci siano ancora possibilità e margini per una crescita sensibile che si svilupperà su più livelli, a diverse velocità.  Avremo alcune nicchie che diventeranno sempre più grandi: quando parliamo di pompe di calore o di sistemi integrati ibridi, caldaie più pompe di calore o di micro cogenerazione (produzione di energia elettrica e calore), è facile prevedere uno sviluppo concreto.

I nuovi prodotti saranno sempre più “verdi” ma non solo, la nuova sfida del settore sarà quella di rendere i prodotti “connessi” alla rete per un nuovo modo di uso e controllo. Parallelamente, la sostituzione fisiologica e continua del parco installato di caldaie murali con caldaie a condensazione sarà inevitabile e contribuirà anch’essa a una crescita importante.

Su questi temi, l’Italia è un player di riferimento. È necessario però creare un sistema virtuoso, partendo dalla riqualificazione energetica anche del patrimonio pubblico. Scuole, asili, edifici della pubblica amministrazione ma anche musei… in questo senso abbiamo molto da fare.  

 

 

 

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