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03/09/2019

Edilizia circolare

Edilizia circolare 1

#SmartCity

Quello dell’edilizia è uno dei settori più energivori, responsabile di enormi quantitativi di scarti.
Oggi si delinea un nuovo modo di fare edilizia, che considera la riduzione di rifiuti e dell’impatto ambientale all’interno del ciclo produttivo stesso.

Anche il settore dell’edilizia evolve verso la circular economy, modello che prevede la minimizzazione dell’impatto ambientale, quindi la riduzione degli scarti ed il mantenimento del valore dei materiali impiegati, già in fase di progettazione.
Come emerso al convegno “Economia circolare in edilizia”, organizzato da CMR (Centro Materia Rinnovabile) ed Edizioni Ambiente (lo scorso febbraio in Campidoglio), il cantiere è il fulcro dell’edilizia circolare e i materiali di risulta possono diventare materie prime, quindi risorse, non scarti.

Gli architetti olandesi Thomas Rau e Sabine Oberhuber, autori del testo Material Matters, al convegno hanno delineato un approccio produttivo nuovo, che pone al centro la dignità dei materiali. L’idea è “creare un passaporto dei materiali: un sistema di catalogazione e inventario dei materiali che utilizziamo così da non perdere il loro valore. Non esiste una scarsità di risorse; i materiali vanno piuttosto intesi come edizioni limitate, al pari di un’opera d’arte”.
(Da “Dignità dei materiali, progettazione e riuso: le chiavi dell’economia circolare in edilizia” di Davide Iannotta, Rinnovabili.it, 28 febbraio 2019).

Gestendo le materie prime in questo modo, rivoluzionando un sistema ora basato sulla “obsolescenza programmata”, l’edilizia vedrebbe aumentare il proprio valore e insieme il ciclo vitale degli immobili. La gestione responsabile di tutti i materiali impiegati ivi compresi demolizione, smaltimento e riuso, posta a monte del progetto, potrebbe ridurne drasticamente i costi, insieme all’impatto ambientale e al prezzo energetico.

Per prendere la strada della circular economy - e decretare finalmente l’end of waste in edilizia - sono attese nuove e stringenti norme, che possano garantire la riduzione degli scarti (tramite l’inserimento programmato dei materiali edilizi nel flusso circolare) e degli sprechi energetici per favorire uno sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale.

Voci che dovrebbero essere in testa all’agenda politica di ogni paese, dal momento che l’edilizia è uno dei settori più energivori a livello worldwide, a cui vanno imputate alte emissioni gas serra (1/3 del totale) ed alte percentuali di consumi:

  • il 25% di acqua globale
  • il 40% delle risorse globali
  • il 40% dell'energia mondiale
  • il 50% di rifiuti

(Fonte: United Nations Environment Programme environment for development).

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